Nel 1959, in piena Guerra Fredda, l’esercito americano sviluppò un progetto alquanto curioso: bombardare la Luna con una testata nucleare. Il progetto, noto come “A Study of Lunar Research Flights”, fu redatto presso la base aeronautica di Kirtland nel New Mexico, dove l’Air Force aveva un centro di ricerca per la tecnologia nucleare.
L’obiettivo del progetto era duplice: da un lato dimostrare la capacità degli Stati Uniti di proiettare potenza militare nello spazio, dall’altro ottenere informazioni scientifiche sulla Luna e la sua composizione attraverso le esplosioni. Il progetto prevedeva di utilizzare un missile balistico intercontinentale tipo Redstone o Atlas equipaggiato con una testata nucleare, con l’obiettivo di creare una grande esplosione sulla superficie lunare.
Si sperava che l’esplosione avrebbe generato una grande quantità di polvere e detriti lunari, che sarebbero stati raccolti e analizzati per ottenere informazioni scientifiche sulla composizione della Luna. Tuttavia, ci furono anche preoccupazioni sulle possibili conseguenze ambientali di un’esplosione nucleare sulla Luna, e alla fine il progetto venne abbandonato.
Il progetto fu sviluppato in un periodo di tensione internazionale durante la Guerra Fredda e gli Stati Uniti speravano di dimostrare la loro superiorità tecnologica e militare rispetto all’Unione Sovietica. Tuttavia, ci furono molte critiche da parte della comunità scientifica e ambientalista, che sottolinearono i possibili rischi per l’ambiente lunare e la possibilità di contaminare la Terra con radiazioni nucleari. Inoltre, ci furono preoccupazioni sulle possibili conseguenze politiche e diplomatiche di un’azione così aggressiva.
Il progetto, tuttavia, rimase classificato per molti anni e non fu declassificato fino al 1999, quando fu reso pubblico dal National Security Archive. Si scopri che il progetto prevedeva l’utilizzo di una testata nucleare con una potenza di 1,7 megatoni, ovvero circa 100 volte la potenza della bomba atomica sganciata su Hiroshima durante la Seconda Guerra Mondiale. Si pensava che l’esplosione sarebbe stata visibile dalla Terra con un telescopio di grande potenza, e che avrebbe prodotto una grande quantità di detriti lunari.
Il progetto di bombardare la Luna è una pagina oscura della storia della corsa allo spazio, che mette in luce l’uso distorto che può essere fatto della scienza e della tecnologia a fini militari e politici. Oggi, a distanza di oltre 60 anni, la Luna è ancora un oggetto di grande interesse per la comunità scientifica e l’esplorazione spaziale, ma le nostre ambizioni sono molto diverse da quelle degli anni ’50. Le missioni spaziali degli ultimi decenni ci hanno permesso di acquisire una conoscenza dettagliata della Luna e della sua composizione, aprendo la strada alla possibilità di una futura colonizzazione umana del nostro satellite naturale.
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